Cresce Spin off PoliMi con progetto per macchine intelligenti

Quando il concetto di Industria 4.0 era sconosciuto in Italia, c’era chi scriveva una tesi di dottorato sulla gestione del ciclo di vita dei prodotti intelligenti e oggi ringrazia Angela Merkel per “aver reso un’idea da addetti ai lavori una cosa che capiscono tutti”. E’ Jacopo Cassina, ingegnere del Politecnico di Milano e fondatore di Holonix assieme all’attuale presidente, Marco Taisch, docente in prima linea nello sviluppo dell’Industria 4.0 italiana. Holonix è uno spin off del Politecnico nato nel 2010 per riversare nell’ambito industriale anni di ricerche internazionali.

Il piano Industria 4.0 spiega, “ha portato un cambiamento di mentalità negli imprenditori, dando un aiuto forte nella comprensione del mondo della digitalizzazione delle imprese”. In azienda, soprattutto per quanto riguarda le soluzioni Iot (Internet of Things) per le macchine industriali, c’è stata “un’impennata di ordini negli ultimi mesi”. Le aziende “si stanno muovendo perché hanno iniziato a capire. Sarebbe molto importante portare avanti questo discorso negli anni”. Con Holonix “siamo partiti in tre persone, oggi siamo in 21, e vogliamo supportare le aziende nell’innovare i loro prodotti, processi e servizi, implementando un approccio Internet of Things che liberi valore aggiunto nella conoscenza del ciclo di vita del prodotto” spiega Cassina. In particolare, il gruppo partecipa a progetti di ricerca europei che gli consentono “di comprendere il mercato e innovare le nostre stesse soluzioni”. Come, ad esempio, i-Like Machines, la piattaforma che connette le persone tramite macchine industriali intelligenti. Una soluzione “pensata per far collaborare chi produce la macchina, chi fa manutenzione e chi la utilizza, affinché tutti gli attori possano trarne vantaggio” spiega Cassina. In pratica, “abbiamo automatizzato questa relazione, che già esisteva, facendo in modo che i dati vengano presi dalla macchina, mostrati a chi la usa e condivisi con chi l’ha progettata”. In questo modo il produttore può vedere i dati veri che gli consentono di capire meglio come l’impianto si comporta, quindi, di migliorarlo. “Abbiamo un’esperienza decennale che deriva dalla ricerca con anni di applicazioni sul mercato e molte soluzioni installate in settori differenti”, dalla nautica, alla produzione industriale, dall’alimentare al chimico, dal manifatturiero all’automotive. L’azienda ha chiuso il 2016 con un fatturato di 1,1 milioni di euro e conta di arrivare a 1,5 milioni nel 2017.

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