Quando si sente la necessità di modificare il proprio modo di agire (anche spinti dal contesto in cui si opera come quello delle PMI manifatturiere), è bene analizzare, avendo ben chiaro l’obiettivo, il punto di partenza. Nel caso specifico dei produttori di macchine industriali, l’obiettivo è quello di poter soddisfare i requisiti di mercato, le nuove esigenze del target e aumentare la propria competitività. Il punto di partenza è invece iniziare a comprendere in maniera approfondita il cuore del loro business, i macchinari industriali, costruendo una solida base di conoscenza che gli permetta di fare più e meglio il proprio mestiere.

Costruire una base di conoscenza partendo dai dati inviati dai macchinari industriali: la nuova leva per un business data-driven
Photo by Amélie Mourichon on Unsplash

 

È dunque arrivato per tutti, il tempo di analizzare il proprio operato quotidiano, scoprire le attività mancanti e colmare le lacune che impediscono di generare valore in termini di competitività e posizionamento: è sufficiente quello che faccio o posso fare di più? Questa è sicuramente la prima domanda a cui un produttore deve saper rispondere in relazione alle nuove richieste da parte dei clienti che divengono sempre più esigenti e sempre più attivi; avere lo spirito di iniziativa è senza dubbio, una delle leve che possono distinguerlo dai propri competitor ed è importante riuscire ad anticipare le richieste esterne così da mostrarsi abili nello svolgimento del proprio lavoro.

Può sembrare banale ma, prima di attuare un cambiamento all’interno della propria strategia, è consigliabile studiare e conoscere in maniera dettagliata la fonte di valore che presentiamo al mercato, ovvero il prodotto core del nostro business; nel caso dei produttori di macchinari industriali, questo si traduce nel conoscere non solo come è fatta la macchina ma anche come vive, come si comporta e cosa può dare al suo utilizzatore. Deve sapere la storia completa del comportamento dell’intero parco macchine.

Nell’era del 4.0, il modo più intuitivo e certo per farlo, è sfruttare la tecnologia in logica data-driven. Nello specifico, sappiamo bene che ogni macchina invia una grande quantità di dati che il produttore spesso riceve senza però comprenderne fino in fondo il potenziale. Utilizzando uno strumento appositamente costruito, il produttore potrà, con il tempo, acquisire informazioni utili e quindi costruirsi una base di conoscenza rigorosamente fattuale così da poter fare più e meglio il proprio mestiere e declinare un nuovo modello di business adatto non solo alle nuove esigenze dei propri clienti ma anche a quelle del mercato nel quale opera.

La conoscenza viene progressivamente costruita nel tempo per mano del produttore che si avvale non solo delle sue capacità ma anche e soprattutto di uno strumento tecnologico le cui funzionalità sono suddivisibili in tre macro tipologie: la funzionalità dedicata all’implementazione della Data Ingestion (ovvero raccolta, organizzazione e storicizzazione di dati in quantità potenzialmente illimitata); la funzionalità dedicata all’implementazione del Data Enrichment (attraverso le quattro modalità di analisi dei dati relativi a macchine); la funzionalità dedicata all’implementazione della Data Fruition (le modalità M2H e M2M con cui il produttore utilizza in maniera autonoma, personalizzata e condivisibile con partner e clienti il valore di informazione estratto dai dati).

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