I produttori di macchinari industriali, per rimanere in linea con la trasformazione in logica «data driven» di processi e modelli di business industriali ed ottenere immediatamente i relativi vantaggi, rimanendo competitivi nel proprio mercato, devono soddisfare due nuovi requisiti specifici del loro settore: uno relativo ai loro prodotti e uno a loro stessi.

Il primo riguarda le funzionalità di interconnessione dei loro prodotti, che oggi sono tipicamente macchinari controllati da PLC.

Le macchine devono essere in grado di esportare i propri dati significativi, generati o rilevati, e trasmetterli non solo per un utilizzo in rete locale, ma anche per un utilizzo in rete remota aperta, a cui le macchine vanno connesse in modalità Internet of Things.

Il secondo requisito è legato alla capacità operativa dei produttori, che deve saper trarre vantaggio dalla raccolta e dall’estrazione di valore dai dati resi disponibili in modalità IoT dai loro prodotti installati nel mondo. Questo presuppone l’utilizzo di strumenti che generino la conoscenza del comportamento effettivo delle macchine, di tutte le macchine, sia in tempo reale che su base storica.


Ma quali sono le strade possibili per soddisfare questi nuovi requisiti richiesti ai produttori?

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