“Non si finisce mai di imparare”: applicabile in qualsiasi contesto, questa affermazione è particolarmente adatta se pensiamo alla trasformazione che le aziende del manifatturiero stanno avviando per tenere il passo con i cambiamenti del mercato e con le nuove esigenze della domanda.

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Ormai è ben chiaro che in qualsiasi centro di produzione è indispensabile intraprendere un cambiamento che apporti benefici in termini di efficienza, costi ed innovazione. L’inserimento delle nuove tecnologie (IoT, Big Data e AI) non può essere fatto da un momento all’altro; è importante che prima vengano creati i presupposti mentali per accoglierle e utilizzarle nella maniera più corretta.

È indispensabile quindi che, in primis, sia il board aziendale ad abbracciare la nuova filosofia, andando a studiarne i contenuti e comprendendone i significati, con l’obiettivo di condividerla con l’intero team aziendale e modificare, un passo alla volta, il metodo di lavoro.

 

La formazione in azienda

Ogni industria è specializzata nel campo in cui opera e, di conseguenza, il suo personale avrà un background e un know-how mirato. I nuovi concetti legati alla trasformazione digitale e all’industria 5.0 possono risultare lontani dalle conoscenze aziendali e, di conseguenza, può capitare di non aver alcuna figura competente in materia. Questo è comprensibile e facilmente superabile decidendo di avviare un percorso di formazione ad hoc, che vada ad approfondire le nuove tecnologie legate al contesto in cui si opera e dunque alla mentalità che si deve avere per poterle utilizzare al meglio.

Capire cosa sono, quali problemi possono risolvere e soprattutto in che modo possono aiutare il lavoro umano è centrale; non solo, contestualizzarle e comprendere la direzione nel quale il mercato sta andando diventa cruciale per poter accettare la loro introduzione, ormai inevitabile.

Diverse ricerche evidenziano che, nella maggior parte dei casi, sono proprio i dipendenti a richiedere corsi di formazione, specialmente quelli riguardanti l’Intelligenza Artificiale e la sua applicazione in contesti lavorativi manifatturieri.

 

Un esempio di applicazione

Per i produttori di macchinari industriali, seguire l’intero ciclo di vita del proprio parco macchine, conoscerne il reale utilizzo e prevederne le criticità è possibile grazie all’inclusione di strumenti tecnologici in grado di raccogliere, storicizzare e analizzare i dati provenienti dal campo. L’inserimento di tecnologie quali AI, IoT e Big Data, però, è strettamente legata ad una pregressa conoscenza, non tanto delle modalità di impiego delle stesse quanto più alla motivazione che ci spinge ad utilizzarle.

La cultura del data-driven è una visione strategica di business che predilige le decisioni dettate dai dati raccolti sul campo, prese dunque a seguito di un’analisi di fatti concreti che si sono verificati all’interno del processo produttivo. Affinché si possa adottare come ideologia core aziendale, è importante studiarne i fondamenti e comprendere l’effetto che può avere a livello economico e operativo. Per questo motivo, a qualsiasi piano di digitalizzazione aziendale deve essere sempre affiancato un momento di formazione in cui si possa capire fino in fondo la reale utilità del cambiamento.

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