Leadership industriale, in questo particolare momento storico, significa non solo raggiungere un buon livello di posizionamento all’interno del mercato di riferimento ma anche raggiungerlo tenendo presente gli accorgimenti necessari per limitare l’impatto ambientale che i processi produttivi hanno sul pianeta.

Affinché si possa tener fede all’obiettivo riguardante la neutralità climatica con deadline 2050, in Europa sarà scontato un aumento della produzione di energia elettrica e degli investimenti industriali.

Foto di Hannah Busing by Unsplash

Non perdere il focus sulle necessità del settore

È dunque importante mantenere l’attenzione su questo focus poiché le imprese, in questo momento, stanno affrontando una recessione economica che ha portato un aumento dei costi della produzione e la delocalizzazione degli investimenti in altre parti del mondo, con il rischio di creare una dipendenza da altri paesi extra UE. È necessario che “le industrie di base e ad alta intensità energetica restino in Europa e qui continuino a investire”.

““Se la transizione ambientale non si realizzerà di pari passo con un adeguato piano industriale, l’Europa perderà capacità competitiva nei confronti dei player mondiali”.

“L’industria è motore di benessere, di progresso e dello sviluppo sostenibile. Crescita e sviluppo saranno possibili solo a patto che le imprese possano tornare a operare in un clima favorevole, che consenta di competere a livello globale e pianificare investimenti in ricerca per produrre innovazione, funzionale anche alla realizzazione del Green Deal”, commenta il presidente di Federchimica.

 

Il Patto europeo per l’Industria

Proprio a riguardo, durante l’ultimo summit svoltosi ad Anversa, i leader di 20 settori industriali hanno presentato una dichiarazione per agevolare la concretizzazione di un “Patto europeo per l’Industria”, in cui si delineano 10 punti da seguire:

  • Porre l’Industrial Deal al centro della nuova agenda strategica europea per il periodo 2024-2029;
  • Includere un consistente capitolo sui finanziamenti pubblici;
  • Rendere l’Europa un fornitore di energia competitivo a livello globale;
  • Concentrarsi sulle infrastrutture di cui l’Europa ha bisogno;
  • Assicurare maggiore disponibilità delle materie prime in UE;
  • Rafforzare la domanda di prodotti circolari, a zero e a basse emissioni di carbonio;
  • Sfruttare, applicare, rilanciare e migliorare il mercato unico;
  • Supportare l’innovazione;
  • Includere una nuova concezione regolatoria;
  • Creare una struttura adeguata per poter conseguire il risultato.

“Ben venga perciò”, conclude Buzzella, “la proposta di un patto per l’industria, che tutti ci auguriamo possa entrare a pieno titolo nell’agenda della Commissione Ue nel corso della prossima legislatura”.

Vuoi approfondire? Leggi l’articolo dedicato su @IndustriaItaliana